domenica 27 aprile 2008

Intervista a Roberto Ammatuna


È un Roberto Ammatuna che si confessa “a tutto campo”, alla prima intervista dopo la sua rielezione all’Ars, nelle file del partito Democratico. I segnali di “collaborazione” con il sindaco autonomista di Pozzallo, Sulsenti, ci sono tutti, a patto che ci sia un invito “ufficiale” da palazzo La Pira.

Come anche i “boatos” che lo vedrebbero gareggiare per la sua terza nomina a sindaco, fra quattro anni. Nel frattempo, però, lo stesso Ammatuna dovrà lavorare per portare sviluppo in una terra, quella iblea, che necessita urgentemente di “decollare”, senza aspettare ulteriori rimandi. La gente “sente” una certa disaffezione nei confronti della politica e solo una risposta esaustiva, sul campo, darà maggior credito all’azione politica dell’onorevole del centro-sinistra.

In che termini potrà concretizzarsi al Comune di Pozzallo la reciproca apertura di credito che vi siete scambiati con il Sindaco Peppe Sulsenti?

“Credo sia compito prioritario dei rappresentanti istituzionali, a qualsiasi livello operino, attivarsi sinergicamente per risolvere i problemi dei cittadini, senza preclusioni di appartenenza politica e nella chiarezza dei rispettivi ruoli. E’ sulla base di ciò che la collaborazione con il primo cittadino di Pozzallo potrà essere avviata. Così come ho fatto in passato, pur non avendo parlamentari della stessa città e aldilà degli schieramenti, attendo ancora un invito che naturalmente dovrà avere i crismi dell’ufficialità da parte del Sindaco. Io in passato ho avanzato richiesta, quando ricoprivo il ruolo di Sindaco, per interloquire con i parlamentari eletti in provincia di Ragusa, traendone un vantaggio indubbio per Pozzallo. Lo rifarei ancora, soprattutto nel caso in cui l’interlocutore fosse un parlamentare della mia città”.

Nei suoi comizi, in queste settimane, ha sempre detto che, da quando non è più Sindaco, Pozzallo sta attraversando un periodo poco felice. A cosa si riferisce in particolare?

“Faccio riferimento a tutto ciò che è sotto gli occhi di tutti: lo sviluppo turistico sembra essersi inceppato, l’arredo urbano pare abbandonato al proprio destino, opere pubbliche già finanziate che non partono, la crescita economica che subisce uno stallo. In aggiunta a ciò sembra riproporsi una situazione dell’ordine pubblico che desta qualche preoccupazione”.

In città, si vocifera che, fra quattro anni, sarà candidato alle comunali. E’ ancora troppo presto o magari un pensierino lo sta già facendo?

“Sono appena stato rieletto all’Assemblea Regionale Siciliana ed è un compito gravoso da svolgere. Comunque, come si afferma in una nota canzone popolare, quattro anni sono lunghi da passare e poi sono abituato a pensare che in politica non bisogna mai dire mai”.

Perché gli elettori della provincia di Ragusa continuano a ritenere più credibile la proposta del centrodestra?

“Credo che, ironia della sorte, i ceti popolari in provincia di Ragusa si sentano maggiormente rappresentati dal centrodestra, che vanta una presenza capillare nel territorio ed è a più diretto contatto con la gente e più consapevole dei problemi che la attanagliano”.

La classe dirigente del centrosinistra cosa ha da rimproverarsi?

“Un atteggiamento elitario, distante dalla quotidianità che vive il comune cittadino. E’ necessario un bagno di sano pragmatismo per ritornare con i piedi per terra ed affrontare con forza i problemi che assillano la gente”.

Intervista di Calogero Castaldo da corrierediragusa.it

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