domenica 18 gennaio 2009

Una bella giornata...



CALTAGIRONE - Giustizia, federalismo, liti nel Pd e crisi economica. E' ampio il giro d'orizzonte che il segretario del Pd Walter Veltroni, a Caltagirone per un incontro su don Luigi Sturzo ("bisogna ripartire dal suo insegnamento"), compie con i giornalisti. Un ragionamento che si conclude con un nuovo attacco a Silvio Berlusconi: "In questo paese non abbiamo un premier, ma un uomo che da 15 anni è in campagna elettorale. Ieri ha raccontato una barzelletta sui lager nazisti... questo è un comportamento grottesco e volgare. Berlusconi vuole spezzettare il paese".


Giustizia. "Sulla giustizia Berlusconi non vuole sorprese? Immagino...". Veltroni torna così su una delle questioni più delicate del panorama politico italiano. "Io sto sulla posizione di Fini - spiega il segretario del Pd - è sulla quella base che si possono creare le condizioni di un dialogo in Parlamento. Se invece il governo intende seguire la linea suggerita da Berlusconi, si troverà in una condizione di scontro. Il presidente Fini ha indicato una strada e noi la guardiamo e la seguiamo".


La proposta di Fini. Veltroni torna così ad apprezzare la proposta che il presidente della Camera aveva affidato alle colonne del Corriere della Sera. Sei punti per attuare la riforma della giustizia, dal Csm alla velocizzazione dei processi, mantenendo l'obbligatorietà della pena e indicando le priorità di reati da perseguire solo per periodi limitati. Dicendo no ad una separazione delle carriere a discapito dell'autonomia del pm e sì alle intercettazioni anche per i reati di corruzione ma no alle gogne mediatiche.


Crisi economica. "Anche con gli otto miliardi annunciati dal ministro Tremonti per rimpinguare le casse degli ammortizzatori sociali siamo di fronte a un piano del tutto insufficiente, anche se qualche segno arriva". Veltroni commenta così le anticipazioni di nuovi fondi per gli ammortizzatori sociali. "Da mesi noi diciamo che il piano è del tutto insufficiente - spiega - se non si fossero buttati i soldi che si sono buttati per Alitalia e per l'Ici, noi oggi potremmo disporre di altre risorse. Quello che serve è un grande piano non episodico ma un grande progetto di sostegno ai redditi di tutela dei precari che perdono il lavoro, e di sostegno alla piccola e media impresa, a cominciare dal fatto che la pubblica amministrazione paghi i debiti che ha nei confronti della piccola e media impresa".


"Pd, basta liti". "E' ora di finirla con i litigi". Il segretario del Pd lancia di nuovo l'appello alla distensione al suo partito. Troppe accuse incrociate, troppe fazioni pronte a combattersi in una guerra fratricida. E il futuro si chiama elezioni europee con il rischio di un risultato ben al di sotto delle aspettative. "Il Pd è un partito nato da un anno - dice Veltroni - deve continuare a sviluppare se stesso e, cosa più importante, deve evitare polemiche tra i gruppi dirigenti con un Paese attraversato dalla crisi. Una situazione drammatica che sembra non interessare a chi governa".


"Sacconi dia spiegazioni". "Non è possibile che un ministro dica a un ospedale 'se fate questo, noi vi facciamo delle ritorsioni di carattere amministrativo'. In un paese democratico non esiste". Veltroni attacca duramente il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, per le parole che avrebbero indotto la clinica di Udine a non accogliere più Eluana Englaro. E che gli sono costate una denuncia per violenza privata. "Se è vero che Sacconi ha esercitato una pressione nei confronti di una Regione, minacciando interventi di carattere amministrativo a fronte di una decisione che doveva essere presa da istituti ospedalieri, si tratterebbe davvero di una cosa molto grave - continua Veltroni - di questo deve dare spiegazioni al paese".


Federalismo. "Era nato con l'obiettivo di dare un colpo al Mezzogiorno". Veltroni bolla così i primi passi della riforma dello Stato tanto cara alla Lega. Ma oggi, assicura il segretario del Pd, le cose sono migliorate: "Siamo stati protagonisti per riequilibrare questo testo. Ma ci sono ancora molte cose che devono essere cambiate. Soprattutto il governo non ha ancora detto una parola sulla disponibilità finanziaria. Per adesso è una misura senza risorse, più politica che reale".

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