giovedì 22 gennaio 2009

Sit-in domenica 1 febbraio per le infrastrutture in Provincia di Ragusa



E' di questa mattina la notizia che sulla S.Croce-Vittoria sono morte 3 persone. Solo qualche settimana fa, l'altro incidente mortale sulla Ragusa-Catania.

Non possiamo più tollerare questa sequela di morte. Non possiamo nemmeno accettare che la nostra provincia sia sempre tra le ultime per servizi e infrastrutture.

Il nostro sviluppo e la nostra sicurezza dipendono dagli investimenti e dagli interventi del Governo.Il Governo Berlusconi ha tagliato i fondi che il precedente Governo Prodi aveva stanziato per il mezzogiorno e lo ha fatto per coprire l'abolizione dell'ICI.

Per questo motivo, i Giovani Democratici iblei e il PD hanno organizzato per Domenica 1 Febbraio un Sit-in di protesta all'area di servizio di Coffa (dopo Ragusa), sulla SS.514 (Ragusa-Catania). Per sollevare la questione infrastrutture in provincia e per chiedere un intervento immediato al governo nazionale che ha tagliato i fondi in Sicilia.

E' importante esserci e fare sentire la nostra voce. Meno morti, più sviluppo!

domenica 18 gennaio 2009

Una bella giornata...



CALTAGIRONE - Giustizia, federalismo, liti nel Pd e crisi economica. E' ampio il giro d'orizzonte che il segretario del Pd Walter Veltroni, a Caltagirone per un incontro su don Luigi Sturzo ("bisogna ripartire dal suo insegnamento"), compie con i giornalisti. Un ragionamento che si conclude con un nuovo attacco a Silvio Berlusconi: "In questo paese non abbiamo un premier, ma un uomo che da 15 anni è in campagna elettorale. Ieri ha raccontato una barzelletta sui lager nazisti... questo è un comportamento grottesco e volgare. Berlusconi vuole spezzettare il paese".


Giustizia. "Sulla giustizia Berlusconi non vuole sorprese? Immagino...". Veltroni torna così su una delle questioni più delicate del panorama politico italiano. "Io sto sulla posizione di Fini - spiega il segretario del Pd - è sulla quella base che si possono creare le condizioni di un dialogo in Parlamento. Se invece il governo intende seguire la linea suggerita da Berlusconi, si troverà in una condizione di scontro. Il presidente Fini ha indicato una strada e noi la guardiamo e la seguiamo".


La proposta di Fini. Veltroni torna così ad apprezzare la proposta che il presidente della Camera aveva affidato alle colonne del Corriere della Sera. Sei punti per attuare la riforma della giustizia, dal Csm alla velocizzazione dei processi, mantenendo l'obbligatorietà della pena e indicando le priorità di reati da perseguire solo per periodi limitati. Dicendo no ad una separazione delle carriere a discapito dell'autonomia del pm e sì alle intercettazioni anche per i reati di corruzione ma no alle gogne mediatiche.


Crisi economica. "Anche con gli otto miliardi annunciati dal ministro Tremonti per rimpinguare le casse degli ammortizzatori sociali siamo di fronte a un piano del tutto insufficiente, anche se qualche segno arriva". Veltroni commenta così le anticipazioni di nuovi fondi per gli ammortizzatori sociali. "Da mesi noi diciamo che il piano è del tutto insufficiente - spiega - se non si fossero buttati i soldi che si sono buttati per Alitalia e per l'Ici, noi oggi potremmo disporre di altre risorse. Quello che serve è un grande piano non episodico ma un grande progetto di sostegno ai redditi di tutela dei precari che perdono il lavoro, e di sostegno alla piccola e media impresa, a cominciare dal fatto che la pubblica amministrazione paghi i debiti che ha nei confronti della piccola e media impresa".


"Pd, basta liti". "E' ora di finirla con i litigi". Il segretario del Pd lancia di nuovo l'appello alla distensione al suo partito. Troppe accuse incrociate, troppe fazioni pronte a combattersi in una guerra fratricida. E il futuro si chiama elezioni europee con il rischio di un risultato ben al di sotto delle aspettative. "Il Pd è un partito nato da un anno - dice Veltroni - deve continuare a sviluppare se stesso e, cosa più importante, deve evitare polemiche tra i gruppi dirigenti con un Paese attraversato dalla crisi. Una situazione drammatica che sembra non interessare a chi governa".


"Sacconi dia spiegazioni". "Non è possibile che un ministro dica a un ospedale 'se fate questo, noi vi facciamo delle ritorsioni di carattere amministrativo'. In un paese democratico non esiste". Veltroni attacca duramente il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, per le parole che avrebbero indotto la clinica di Udine a non accogliere più Eluana Englaro. E che gli sono costate una denuncia per violenza privata. "Se è vero che Sacconi ha esercitato una pressione nei confronti di una Regione, minacciando interventi di carattere amministrativo a fronte di una decisione che doveva essere presa da istituti ospedalieri, si tratterebbe davvero di una cosa molto grave - continua Veltroni - di questo deve dare spiegazioni al paese".


Federalismo. "Era nato con l'obiettivo di dare un colpo al Mezzogiorno". Veltroni bolla così i primi passi della riforma dello Stato tanto cara alla Lega. Ma oggi, assicura il segretario del Pd, le cose sono migliorate: "Siamo stati protagonisti per riequilibrare questo testo. Ma ci sono ancora molte cose che devono essere cambiate. Soprattutto il governo non ha ancora detto una parola sulla disponibilità finanziaria. Per adesso è una misura senza risorse, più politica che reale".

martedì 13 gennaio 2009

Manto stradale colabrodo

Manti stradali al dissesto nella città di Pozzallo. Dopo le ripetute denunce da parte dei residenti della zona della strada «Litoranea», versante nord della città, riguardanti le cattive condizioni del manto stradale e il mancato intervento degli uffici preposti per porre rimedio a questa difficile situazione, ora esplode la protesta anche di chi abita appena fuori la città di Pozzallo ed, in particolar modo, dai residenti del quartiere Palamentano. I cittadini del posto, infatti, si trovano spesso a fare i conti con un manto stradale che, durante i mesi invernali, viene invaso dal fango e dai rami che si staccano dalle piante e dagli alberi limitrofi alla strada e devono personalmente occuparsi di pulirla.Inoltre, la mancanza di griglie per il deflusso dell’acqua piovana fa sì che basti una sola giornata di pioggia intensa perché la sede stradale sia completamente allagata. Come, per esempio, in questi giorni di pioggia battente dove si è assistito, di frequente, al fenomeno dell’acquaplaning da parte di qualche automobilista, col serio rischio di finire anche fuori strada. Più volte i residenti hanno presentato agli uffici tecnici richieste di intervento perché vengano compiuti i lavori di rifacimento della strada, senza mai essere ascoltati."Non siamo cittadini di serie «B» – dichiara un residente del posto – e chiediamo che l’amministrazione intervenga per risolvere i danni causati dall’acqua piovana. Nei giorni scorsi, un cittadino ha dovuto raccogliere l’acqua che si era depositata all’interno di un garage. Chiediamo che qualcuno si muova". In sostanza, i residenti del Palamentano chiedono una attenzione maggiore per i problemi che più volte sono stati segnalati e che necessariamente andrebbero risolti.

da corrierediragusa.it




lunedì 5 gennaio 2009

Riccardo Minardo salva le Province in Sicilia

Sicilia, muro di Lombardo e Pdl, Province «salvate» dall’abolizione.Costano 890 milioni, basterebbe un tratto di penna. Ma vota sì solo il Pd

«Articolo 15: Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell’ambito della Regione siciliana». «Oooh, finalmente un bel regalo di Natale!», direte voi. Macché: quelle parole erano nello Statuto di autonomia del 1946. Mai applicato. Anzi: l’abolizione (vera, stavolta) delle province siciliane è stata appena, e di nuovo, bocciata. Non si toccano. Che i consiglieri provinciali nell’isola si prendano sul serio è notorio. Qualche anno fa il presidente catanese Nello Musumeci, che militava allora in An e aveva stipulato una polizza con la Reale Mutua Assicurazioni per coprire se stesso e i colleghi di giunta da eventuali condanne della Corte dei Conti, arrivò a presentare una delibera stupefacente. Delibera che, sulla base di certi studi storici secondo i quali «tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, i rappresentanti della Provincia costituivano l’Onorevole consiglio», riconosceva ai membri dell’assemblea il titolo di «onorevoli». Al punto che, votata a stragrande maggioranza la decisione con soli sei voti contrari della sinistra, il presidente del consiglio, Santo Pulvirenti, chiuse la seduta salutando tutti come «onorevoli colleghi». Eppure, come dicevamo, le province siciliane più ancora delle altre non dovrebbero neppure esistere. Nello Statuto che il 15 maggio 1946 riconosceva l’autonomia della Regione, il già citato articolo 15 non lasciava dubbi: abolizione. E ribadiva, se mai qualcuno fosse duro d’orecchio, che «l’ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali». Tutto chiaro? Macché: restarono provvisoriamente in vita come amministrazioni straordinarie per un anno, due anni, tre anni, quattro anni… E poi ancora cinque e sei e sette… E poi ancora otto e nove e dieci… Finché nel 1986, dopo quarant’anni di proroghe, l’assemblea regionale decise infine di smetterla con quella ipocrisia. E le province provvisorie furono ribattezzate: d’ora in avanti si sarebbero chiamate Province Regionali. Cosa fanno? Boh… Distribuiscono incarichi e prebende, dirà qualcuno. Ultimo esempio, quello denunciato da «Il Dito», un settimanale online di Catania vicino a Enzo Bianco, che ha scoperto come Raffaele Lombardo, allora potentissimo presidente della provincia etnea, abbia passato il Natale dell’anno scorso firmando decine e decine di «nomine o proroghe di dirigenti, collaboratori esterni, consulenze varie»: 57 in due giorni. Uno sforzo pesante per il polso, ma utile elettoralmente, visto che il fondatore dell’Mpa stava per candidarsi alla presidenza regionale al posto di Cuffaro. Una chicca tra le tante: l’assegnazione nel 2006 a uno studio legale di un incarico per «l’assistenza tecnico-legale al programma di cooperazione Bulgaria-Romania, uno studio finalizzato alla promozione delle imprese catanesi in quelle nazioni e all’avvio di uno stand informativo presso la Provincia».

Quanto costino nella sola Sicilia questi enti, che già il sindaco di Milano Emilio Caldara considerava un secolo fa «buoni solo per i manicomi e per le strade» ma che incassano un mucchio di denaro grazie soprattutto alle addizionali sull’energia elettrica e la Rc auto, lo dice un rapporto Istat sui bilanci 2006: 890 milioni di euro. Dei quali 237 spesi per stipendiare tutto il personale. E addirittura 228 (nel solo 2006!) per comperare beni immobili. Tema: che senso ha che un ente da decenni additato come inutile e da sopprimere faccia shopping immobiliare comprando sempre nuovi palazzi, nuovi uffici, nuove sedi distaccate? Quanto agli amministratori, il Sole 24 ore ha fatto i conti: di sole indennità (cioè la voce-base, alla quale vanno sommati i rimborsi, le diarie e altre voci che nel caso dei parlamentari nazionali o regionali fanno schizzare all’insù le entrate reali nette) i 315 consiglieri provinciali costano otto milioni e 300 mila euro. Una esagerazione. Che qua e là, scrive Nino Amadore, si fa ancora più eclatante: 98.089 di spesa di indennità ogni centomila abitanti a Palermo, 389.705 a Enna. E meno male che alle 9 province già esistenti (una ogni mezzo milione di abitanti, con un massimo di un milione e 235 mila nel caso di Palermo e un minimo di 177mila di Enna) non sono state (ancora) aggiunte le altre tre di cui si parla da anni: Caltagirone, Gela e Monti Nebrodi. Altrimenti le spese sarebbero ancora più vistose.

Fatto sta che qualche giorno fa il presidente della commissione antimafia in Regione, il democratico Lillo Speziale, ha pensato che forse era arrivato il momento per tentare uno strappo. Prima l’insofferenza dei cittadini per i costi esorbitanti della politica nata dalle denunce del Corriere della Sera, poi la campagna di Libero benedetta da un diluvio di firme di lettori e dal consenso di autorevoli esponenti di diverse appartenenze politiche… Come dubitare del successo di un blitz siciliano se l’unico partito che si è ufficialmente schierato contro l’abolizione delle province è la Lega che nell’isola ha uno spicchio di successo piuttosto eccentrico nella sola Lampedusa? Non bastasse, come ricorda il leader storico dei Difensori Civici Lino Buscemi (che minaccia di raccogliere le firme per un referendum abrogativo) l’abolizione delle province in Sicilia potrebbe essere fatta in un giorno. A differenza che a Roma infatti, a Palermo non servirebbe una modifica istituzionale: «Basterebbe un tratto di penna». E questo diceva infatti la proposta portata giorni fa in commissione Affari Istituzionali da Lillo Speziale. Articolo 1: «Le province regionali sono soppresse». Articolo 2: le loro funzioni sono «trasferite ai liberi consorzi di comuni istituiti a norma dell’art. 15, comma 2, dello Statuto della Regione. Nelle more di tale istituzione, esse sono trasferite ai comuni, ricompresi nella soppressa provincia, che le eserciteranno in forma singola o associata». Articolo 3: i dipendenti passano «nei ruoli dell’amministrazione dei comuni, in una qualifica corrispondente a quella di provenienza». Articolo 4: «I beni, mobili ed immobili, di proprietà delle province sono trasferiti nella proprietà dei comuni». E così via. Su tredici membri della commissione, i presenti erano otto. I quattro democratici hanno votato per l’abolizione e chi rappresentava l’Udc di Pier Ferdinando Casini (favorevole alla soppressione) non era presente. Gli altri, a partire dal presidente, il lombardiano Riccardo Minardo (il cui voto valeva doppio ed è stato determinante) hanno votato contro. Compresi i rappresentanti del Pdl. A dispetto delle promesse di Silvio Berlusconi e di quelle di Gianfranco Fini. Parole, parole, parole…

domenica 4 gennaio 2009

Tesseramento

Cari amici,
Siamo consapevoli che stiamo vivendo un momento difficile. La crisi economica mondiale colpisce inesorabilmente anche il nostro Paese e purtroppo, invece di prendere provvedimenti a sostegno delle famiglie, dei precari, dei giovani e dei pensionati dobbiamo tristemente assistere ad una politica lontana e sempre più distante dai cittadini.
Ma sappiamo anche che tutti noi abbiamo il desiderio di cambiare le cose, contribuendo con le nostre idee a riformare il nostro sistema-paese.
Il Partito Democratico è l'unica vera alternativa al populismo dilagante, ma è giunto il momento in cui non possiamo più delegare ad altri la scelta della direzione da intraprendere.
Le nuove generazioni hanno il dovere morale di partecipare alla vita politica del Paese, perchè le scelta prese oggi da chi ci governa incideranno pesantemente nel nostro futuro.
Partecipa attivamente a questo progetto.
Aderisci al PD!La campagna per il tesseramento è prorogata fino al 31 gennaio 2009.
Per info non esitare a contattarci via e-mail o telefono.Siamo pronti a ripartire, insieme.