lunedì 25 maggio 2009

Chiarimenti sulla situazione di giurisprudenza a Rg


In questi giorni è finalmente venuta alla luce l'emergenza università. Si tratta di una situazione che in generale denunciavo da tempo (basta leggere i post di qualche tempo fa su www.circolouniversitario.blogspot.com) e ciò vale anche e soprattutto per giurisprudenza,la mia facoltà.
Ma di certo non scrivo questa nota per lamentare di essere stato accusato di allarmismo e cose simili.
Poichè avrò l'onore di stare al vostro servizio in qualità di consigliere di facoltà, già da ora sento il bisogno di interessarmi massimamente dei problemi della nostra facoltà e di interagire con i nostri rappresentanti a Ct. Ringrazio a tal proposito il consigliere di facoltà Marco Cuttone. E' grazie a lui che filtrano quelle poche informazioni che costantemente vi ho comunicato e continuerò a comunicarvi.

Giurisprudenza al momento attuale è forse la facoltà messa "meglio". Mentre per le altre facoltà si parla in quasi tutti i casi di chiusura in blocco, nel nostro caso abbiamo la garanzia che se non altro a rischio vi è solo il primo anno.
Questo è quanto è emerso dall'ultimo Consiglio di Facoltà. E' almeno dalla metà di marzo che si sapeva che o sarebbero stati pagati 600000€ all'ateneo catanese oppure il primo anno di giurisprudenza non sarebbe stato attivato (a tal proposito potete leggere le discussioni sul gruppo Fb Giurisprudenza Ragusa).
Alcune menti politiche letteralmente folli hanno ritenuto di dover tenere nascosta la notizia, gridando urbi et orbi che era tutto ok,era tutto risolto.
Oggi ci veniamo così a trovare con l'acqua alla gola, considerato che la somma deve essere corrisposta entro la fine di maggio.
La nostra situazione penso sia la più scandalosa in assoluto, sia per il numero di iscritti della facoltà e sia perchè lo stesso Preside è assolutamente d'accordo sulla sua sopravvivenza, visto e considerato che le statistiche ci dicono che a Ragusa ci si laurea prima e con voti più elevati.
Una facoltà virtuosa che rischia di scomparire per incapacità amministrativa e gestionale.
Ma è inutile strapparsi i capelli e protestare soltanto.

Innanzitutto cercheremo di attivare i nostri senatori accademici ed i membri del Consiglio di Amministrazione a Catania. Cercheremo di capire se il rettore debba espletare ancora qualche passaggio in questi due organi ed in caso affermativo tenteremo ovviamente di mitigare la sua posizione.
Condurremo senz'altro una battaglia politica: in questi casi bisogna essere apolitici nel senso di rivolgersi a tutte le forze politiche. Purtroppo sono proprio gli organismi politici che decidono su queste questioni e quindi ciascuno di noi deve attivare i suoi canali per cercare di giungere ad una soluzione.

Del resto il problema principale rimane la mancata approvazione dello statuto del Consorzio Universitario alla provincia; non si capisce bene perchè il presidente Antoci non abbia la benchè minima intenzione di approvarlo (oggi vedremo cosa deciderà il Consiglio Provinciale in materia).Se lo statuto sarà approvato saremo già ad un passo dalla soluzione, se consideriamo che sarà possibile allargare la base societaria del consorzio con l'ingresso di nuovi soci e nuovi fondi.

Queste ed altre misure spero possano servire per superare la fase dell'emergenza.
Successivamente sarà necessario analizzare le responsabilità di ciò e giungere finalmente ad un maggiore coinvolgimento degli studenti nel Consorzio Universitario ed in tutte le istituzioni che si occupano di università. Devono essere coinvolti i Comuni, chiamati solo a versare soldi (che tra l'altro poi non danno nemmeno) senza avere alcun potere decisionale. E che dire poi dei sindacati, la Confindustria e le altre associazioni? Siamo la provincia più ricca della Sicilia: è mai possibile che gli imprenditori ed altri soggetti non sentano il bisogno di garantirsi una formazione di qualità? Esperienze simili in altre parti d'Italia e della Sicilia (vedesi la Kore di Enna) hanno funzionato e stanno dando i loro frutti.
Per adesso pensiamo a superare l'emergenza,poi si vedrà.

giovedì 14 maggio 2009

Ma il cielo è sempre più blu



Credo sia doveroso fare una qualche riflessione su quello che sta accadendo a Pozzallo da qualche tempo a questa parte, nella speranza di arricchire un dibattito politico già piuttosto sviluppato.
Da qualche tempo ho notato che c'è ormai la moda di non convocare o peggio disertare i consigli comunali. La maggiorenza è in preda ad una miriade di divisioni interne ed è destabilizzata dalla campagna acquisti portata avanti dall' onorevole Minardo, il quale oggi può vantare ben cinque consiglieri comunali ed un assessore.
Tutti gli ultimi Consigli sono saltati quasi sempre per l'assenza di Idea di Centro (il movimento che fa capo a Nino Minardo) ,dovuta alla "legittima" aspettativa di un rimpasto in giunta con la nomina di un secondo assessore di stampo minardiano.
In politica certe cose ci sono sempre state e ci saranno ma ad onor del vero non ricordo mai nulla di così squallido. Un esempio? Dopo lo slittamento dell'ultimo Consiglio Comunale ho trovato diversi consiglieri seduti tranquillamente al bar e ciò è di una gravità assoluta. In passato avrebbero almeno sentito l'esigenza di nascondersi, oggi si fa tutto alla luce del sole e tutto sembra concesso per la legge dei numeri. La maggioranza acquista consiglieri e si blinda, non capendo che il consenso non si misura in base ai consiglieri che hai.
Questo atteggiamento sta causando danni gravi alla città, se consideriamo che sostanzialmente non si decide. Il Consiglio Comunale viene progressivamente spogliato delle sue funzioni e tutto viene deciso dalla Giunta e dagli uffici. Il Piano Regolatore è ormai appannaggio degli uffici e gli si dà una valenza politica, tanto è vero che il Sindaco non ha saputo neppure motivare determinate scelte di comodo (che tra l'altro sarebbero state di competenza del Consiglio).
L'unica cosa in cui l' Amministrazione profonde le sue energie è una campagna di odio e di mistificazione nei confronti di coloro che in passato hanno amministrato Pozzallo.
Domenica scorsa hanno distribuito dei volantini in cui attaccavano Ammatuna ed i giovani democratici per la questione piscina,abbonamenti,villa comunale. Ciò rientrerebbe in una normale dialettica politica se non fosse che la Giunta Sulsenti si limita a criticare, non avanza proposte e cerca solo ed unicamente di scalfire il lavoro della precedente Amministrazione che comunque continua ad essere lodato dai pozzallesi.
E come potrebbe essere lodato il lavoro di oggi?
Si stanno facendo scelte di bilancio inique e vessatorie: per finanziare le Notti Blu si tagliano le ore ai dipendenti delle cooperative che già non percepiscono lo stipendio da tredici mesi.
Sindaco ed assessori si liquidano tutte le loro indennità e piangono miseria, proponendo addirittura di far pagare ai ragazzi il ticket sugli abbonamenti a partire dal prossimo anno scolastico.
E' stato appena approvato un piano triennale delle opere pubbliche che rasenta il ridicolo: si attenzionano due o tre strade assolutamente secondarie e nulla viene stanziato per lo sviluppo infrastrutturale della nostra città. Forse ciò è assolutamente naturale se consideriamo che il progetto di messa in sicurezza del porto presentato a Palermo consta di un paio di foglietti scarabocchiati (pare abbiano suscitato ilarità nei vari uffici palermitani).
Il sistema viario e segnaletico? Oggettivamente è il settore in cui ultimamente stiamo messi peggio (basta guardare il post precedente). Abbiamo chiesto più volte perchè viale Kennedy sia stato reso a senso unico, nonostante sia una delle arterie più larghe della città e serva da via di fuga in caso di calamità naturale. Ma chiedere non serve a nulla, perchè tanto loro hanno i numeri.
Si fanno scelte contro le cooperative,gli studenti, i dipendenti comunali. Si cerca di mettere gli uni contro gli altri quando ad esempio si dice ai lavoratori delle cooperative che le spettanze saranno liquidate se i comunali rinunceranno per un mese alla loro retribuzione.
Lo stato liberale si fonda sul principio secondo cui è lo Stato a dover essere al servizio del cittadino. Qui a Pozzallo è ormai il cittadino a dover essere al servizio del Comune, dovendo subire la più grande truffa della nostra città.
Da una parte si inaspriscono le tasse, si allarga la forbice dell' imponibile e si minaccia di non erogare servizi essenziali se non dietro il pagamento dell' Ici e delle altre imposte; a tutto ciò non corrisponde però un aumento effettivo dei servizi e tutti noi ci sentiamo derubati e spremuti.
Che dire poi delle sinergie di cui si era vantato Sulsenti? Qualche giorno fa non è neppure andato a Ragusa per un'iniziativa che ha visto la partecipazione del presidente Lombardo. Oggi il Sindaco su Video Regione ha lamentato l'assoluta assenza del governo nazionale in materia di finanziamenti per l'immigrazione. E le sinergie dove sono? E perchè poi se l'on. Ammatuna fa avere al Comune di Pozzallo 800000€ per gli stipendi quasi ci si arrabbia e non si sa neppure che fine abbiano fatto questi soldi?
Forse sarà meglio rinviare queste domande perchè per adesso sono tutti impegnati a dichiarare che i pozzallesi non hanno storia e quindi bisogna partecipare in massa ai seminari storici per il 180° anniversario della nascita di Pozzallo.
Ovviamente come colonna sonora canteremo tutti ma il cielo è sempre più blu. Forse in questo modo ricorderemo le notti blu, le quali, dopo dieci giorni, sono già morte e sepolte senza aver contribuito in alcun modo alla crescita ed allo sviluppo economico della nostra città!

sabato 9 maggio 2009

Saluti da Pozzallo-le "perle" della nostr cittadina





I giovani democratici hanno vinto la battaglia sugli abbonamenti. E' bastato lanciare un forte allarme e mobilitarsi per far si che l'Amministrazione Sulsenti sbloccasse i fondi per il rilascio degli abbonamenti.
Ringraziamo di cuore l'onorevole Ammatuna, il quale ha svolto un ruolo chiave nella soluzione del problema interessando l'assessore regionale competente e permettendo così che i fondi venissero sbloccati.

Ma la nostra azione non si ferma senz'altro qui.
Le strade della nostra città versano nel degrado più totale: buche, strade che si allagano con due gocce d'acqua, segnali sparsi in maniera folle (basti pensare all'impossibilità di imboccare la via Mario Rapisardi per proseguire per Ispica).
L'assessore Ruta sembra non vedere gli ingorghi e le enormi difficoltà che i pozzallesi incontrano in tal senso.

Domenica mattina presenteremo alla cittadinanza la campagna "Saluti da Pozzallo: le perle della nostra cittadina". Distribuiremo alla cittadinanza tutto il materiale fotogratico raccolto: segnali attaccati ai pali, buche, segnali folli e senza senso (sopra troverete proprio un collage di queste immagini).
Alla luce di tutto ciò i Giovani Democratici di Pozzallo chiedono le immediate dimissioni dell'assessore Ruta per la sua incapacità di affrontare prima che risolvere i problemi della città,che sono sotto gli occhi di tutti.
L' assessore alla viabilità compia per una volta un gesto sensato e di amore per la sua città: Ruta go home!

mercoledì 29 aprile 2009

Sicurezza delle scuole: Pozzallo è un'isola felice!


I tragici eventi legati al terremoto in Abruzzo hanno posto sotto gli occhi di tutti il problema della sicurezza nelle scuole.

In Sicilia, dove i tecnici della Protezione Civile hanno effettuato dei test antisismici, su 48 edifici pubblici controllati solo 5 sono in regola.

Da un'inchiesta, pubblicata sul quotidiano "La Repubblica" dello scorso 16 aprile, è apparso un quadro sconfortante della Sicilia: in provincia di Ragusa solo Pozzallo (insieme ad altri quattro comuni siciliani) è risultato essere un esempio virtuoso da imitare giacchè le scuole sono state realizzate a prova di terremoto.

D'altronde il lavoro svolto dall' Amministrazione a guida Ammatuna è conosciuto da tutti: sono stati messi in sicurezza gli edifici scolastici dei plessi "Pandolfi", "Rogasi" e "Don Gnocchi"; si è ottenuto un finanziamento di 450 mila euro per la scuola "Raganzino" (i cui lavori sono in corso) ed è stato dato incarico ai tecnici di predisporre un progetto per l'ottenimento di un finanziamento per la "Rapisardi".

Gli edifici che ospitano le scuole "Amore" e "Palamentano" sono stati costruiti seguendo criteri antisismici.

Poter mandare i propri figli a scuola senza l'ansia, il patema d'animo, l'assillo della loro sicurezza è un fatto di civiltà, una tutela reale per il diritto allo studio dei ragazzi ed una garanzia di tranquillità per le famiglie.

martedì 7 aprile 2009

Università,i Giovani Democratici auspicano una soluzione praticabile per la sede distaccata di Modica.(Comunicato stampa)



I GD intervengono in merito agli ultimi sviluppi sulle sorti della facoltà di Scienze del Governo di Modica, auspicando che le istituzioni politiche ed accademiche convergano verso una soluzione in grado di salvaguardare la formazione in provincia di Ragusa e trovare formule economicamente sostenibili per gli enti locali interessati.




"La facoltà di Scienze del Governo è un punto di riferimento importante per molti studenti e famiglie della provincia di Ragusa, e non solo, e garantisce tra l'altro a tanti giovani - dichiara Gianni Scala, segretario provinciale dei Giovani Democratici - un percorso di formazione accademica che, altrimenti, non potrebbero mantenersi.




Siamo consapevoli, tuttavia, delle difficoltà economiche in cui versano alcuni enti locali soci del Consorzio.


E' opportuno, quindi, proseguire il percorso intrapreso dal Consorzio, dal Sindaco Buscema e dal Responsabile del Corso, il Prof.Barone.




Come Giovani Democratici confidiamo nell'importante lavoro di mediazione con l'ateneo di Catania che il CdA del Consorzio Universitario sta svolgendo, auspicando nel più breve tempo possibile di addivenire a soluzioni concrete.




Bisogna dare in tempi rapidi risposte chiare sul futuro della facoltà agli studenti iscritti o a coloro i quali intendano iscriversi per il prossimo anno accademico al corso di Scienze del Governo."

martedì 31 marzo 2009

Che aspetti?Aderisci ai giovani democratici.

Cari ragazzi/e,
stiamo assistendo all'ennesimo atto di indecenza dell'amministazione Sulsenti a Pozzallo, la quale, non contenta di aver aumentato le tasse, di aver mandato in tilt il traffico cittadino, di aver vessato dipendenti e collaboratori comunali, di aver proposto il ticket per gli studenti pendolari (e ad aprile ci attendiamo spiacevoli sorprese al riguardo!), oggi ha utilizzato i fondi mandati dalla regione per provvedere a pagare gli stipendi ai dipendenti per pagarsi le indennità di carica.

In un momento così delicato, in cui la crisi attanaglia centinaia di famiglie, invece di anteporre le esigenze dei cittadini, il Sindaco Sulsenti e i suoi assessori si pagano per prima cosa i loro stipendi.

Noi crediamo che questo atteggiamento sia grave e pretendiamo da questa amministrazione che si metta ad amministrare per il bene di Pozzallo e non per risolvere interessi personali.

Per questo stiamo raccogliendo più adesioni possibili per porre fine a questo scandaloso modo di fare politica.

Se anche tu condividi le nostre posizioni e pensi che Pozzallo meriti di essere amministrata in modo efficace, efficiente e moderno, ponendo fine alle logiche clientelari e parassitarie, aderisci ai Giovani Democratici.

Invia una mail con i tuoi dati (Nome, Cognome, Data di nascita, Residenza) all'indirizzo gdpozzallo@yahoo.it.

Facciamo capire a questi signori che nessuno è padrone di Pozzallo!

lunedì 30 marzo 2009

Ridotta la quarta rata regionale per il Comune di Pozzallo. Protestano la Cgil e la Cisl.

Il 20 marzo, con un comunicato ufficiale, il Sindaco di Pozzallo smentiva “in maniera categorica” le voci sempre più insistenti che preannunciavano la decurtazione della 4^ rata regionale 2008 dell’importo di 800 mila euro, somma che era stata anticipata nel mese di dicembre 2008 dalla Regione per fare fronte alle difficoltà di cassa del Comune.

"Nell’occasione - denunciano le segreterie provinciali Fp Cisl ed Fp Cgil - il Sindaco annunciava trionfalmente che lui e l’on.le Minardo avevano ricevuto ampie rassicurazioni dall’assessore regionale Cimino su un recupero graduale e concordato delle somme anticipate perchè quest’ultimo si rendeva conto dello stato di sofferenza della casse del Comune.

Ma non basta, il giorno 23 marzo il Vice Sindaco Sigona, che ha la delega al bilancio, è persino intervenuto in una assemblea dei lavoratori comunali per rassicurare ancora in tal senso, garantendo a lavoratori e sindacati che gli impegni assunti dall’assessore regionale Cimino sarebbero stati rispettati.

Il 27 marzo veniamo, invece, a sapere che il trasferimento pervenuto al Comune è stato di 180 mila euro anzichè di 980 mila, con la conseguenza che “le voci ricorrenti” erano pertanto fondate e che il Sindaco ed il Vice Sindaco di Pozzallo e l’onorevole Minardo o erano stati raggirati o avevano preso in giro i sindacati e i lavoratori comunali.

Ora vorremmo sapere dai tre protagonisti, clamorosamente sbugiardati, come mai non hanno vigilato sul pieno rispetto di un impegno che pure era stato assunto solennemente qualche mese fa dal Presidente Lombardo durante una visita al Comune di Modica e come mai non si sono mossi per tempo quando si sono diffuse le prime voci sulla decurtazione, poi rivelatesi purtroppo vere.

E’ molto probabile che a questi signori poco interessa dello stipendio che con i trasferimenti decurtati doveva essere pagato ai lavoratori, visto che le loro retribuzioni sono comunque garantite da altre Amministrazioni.

Riteniamo poco serio il loro modo di operare e scarsa la tutela che sanno offrire ai loro rappresentati, a maggior ragione se dovesse risultare vero che altri comuni (Catania e Messina) che si trovavano nelle stesse condizioni di Pozzallo e Modica (quest’ultima addirittura non ha ricevuto neanche un euro dalla Regione) hanno ottenuto i trasferimenti regionali integrali e senza alcuna decurtazione.

Quella che era stata una grande vittoria dei lavoratori del Comune di Modica, che con la loro forte azione di mobilitazione avevano “costretto” la Regione a concedere l’anticipazione ai Comuni di Modica e Pozzallo, è stata così vanificata per l’insipienza di una classe politica che, in questa occasione, si è dimostrata incapace di affrontare in maniera soddisfacente e seria una difficoltà della comunità che si è candidata a governare".

domenica 29 marzo 2009

Ampliamento del territorio: i nodi vengono al pettine!

Il Sindaco Sulsenti scopre solo adesso, con due anni di ritardo, che esiste il problema dell'allargamento del territorio comunale.

L' Amministrazione Ammatuna, dopo decenni, è riuscita a far approvare una legge regionale, la n. 30/2000, sulla rideterminazione dei confini territoriali.

Alla fine del 2007, il Tar di Palermo concede la sospensiva al Comune di Modica che aveva presentato ricorso avverso le procedure adottate dalla Regione Sicilia per l'indizione del referendum tra i residenti delle contrade interessate.

L' Amministrazione Comunale a guida Sulsenti, appena insediata, non ha presentato ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa lasciando così scadere i termini di legge e perdendo definitivamente l'opportunità di condurre una battaglia fondamentale per il futuro della città di Pozzallo.

Ora,dopo due anni, Sulsenti rispolvera il problema pensando di risolverlo con qualche sorrisino ed una pacca sulle spalle, come di solito avviene fra amici di vecchia data.

Ancora una volta l'approssimazione e l'incapacità amministrativa del Sindaco e dei suoi collaboratori, condita con la voglia pazza di distruggere quanto precedentemente realizzato, porta a queste uscite estemporanee che suscitano l'ilarità fra la gente.

Nel caso in cui il Consiglio Comunale di Modica, organo che detiene l'esclusività della decisione, si pronunciasse in maniera negativa, cosa che ha già fatto in passato, cosa farà il Sindaco Sulsenti?

Magari dovrà avviare di nuovo quell'iter burocratico che aveva abbandonato solo per fare dispetto a qualcuno.

Caro Sindaco, anche se la sua capigliatura non è folta, i nodi vengono comunque al pettine.

sabato 28 marzo 2009

Il sindaco delle tasse colpisce ancora!

"Nell’ultima seduta del consiglio comunale di Pozzallo, sono bastati pochissimi minuti alla maggioranza che sostiene Sulsenti per tassare i cittadini pozzallesi."

I gruppi di minoranza all'interno della civica assise pozzallesi sono polemici su quanto sarebbe avvenuto. "La maggioranza, presente in aula, - dicono -attraverso il Presidente Fabio Aprile, il Vice Presidente Francesco Viva, i consiglieri Barbara Sorace, Salvatore Livia, Ernesto Tarascone, Fabio Viva, Cettina Carpenzano e Vincenzo Pitino, ha votato per l’applicazione dell’aliquota ordinaria pari al 7 per mille per il calcolo dell’ICI.

La proposta effettuata dal consigliere Pino Asta, di ridurre tale aliquota al 5 per mille, è stata prima osteggiata e poi malamente bocciata dalla maggioranza. A favore dell’iniziativa del consigliere di minoranza si è schierato il gruppo di Forza Italia composto da Antonio Zocco ed Emiliano Ciacera.

La stessa situazione si è ripetuta quando si doveva decidere per la determinazione dell’addizionale comunale sul reddito delle persone fisiche.. L’aliquota fissata dalla maggioranza è stata pari al 5,9 per mille. La nuova proposta effettuata dal consigliere Pino Asta, di ridurre tale aliquota al 2 per mille, è stata ancora una volta irrisa e poi sadicamente bocciata dalla maggioranza. Il gruppo di Forza Italia ha votato a favore della riduzione dell’addizionale.

Nel momento in cui l’Amministrazione Sulsenti decide di tassare la città, non esiste lista civica, forza di centro sinistra o forza di centro destra che possa fargli cambiare idea".

giovedì 26 febbraio 2009



Carissimi/e,


Dopo la manifestazione di giorno 1 febbraio, notevolmente esaltata da tutti gli organi di stampa e di informazione, spero tanto che coloro che ci governano abbiano capito che è finita l'epoca in cui i politici possono fare il bello ed il cattivo tempo.


Ma la nostra battaglia non può e non deve fermarsi. Il 7 marzo scadono i 60 giorni entro i quali il presidente Antoci aveva detto che si sarebbe sbloccato l'iter.Come al solito,per un vizio tutto italiano,non appena passa l'emergenza si dimenticano tutte le belle promesse.


Se necessario organizzeremo un'altra grande manifestazione rinfacciando a tutti le mancate promesse.


In ogni caso saranno presentate delle interrogazioni parlamentari a Roma e Palermo, sia per sapere cosa è stato fatto e sia perchè nessuno deve pensare che i cittadini della nostra provincia abbiano la memoria corta.


Non abbiamo bisogno di centrali nucleari,come quella che il ministro Scajola sembra voler costruire in provincia. Ci servono le strade,i porti e gli aeroporti!!! I vari governi ci hanno già danneggiato abbastanza,almeno non ci vengano a cercare per primi quando si tratta di realizzare opere che rischierebbero di danneggiare seriamente l'economia della nostra provincia.


Ogni proposta ed iniziativa che vorrete suggerire sarà ben accetta.Lavoriamo insieme per il bene della nostra provincia!


A presto,un caro saluto a tutti voi!

Il Cui continua la sua attività


Carissimi/e,

con questo mio post voglio informarvi molto brevemente su ciò che il Cui ha fatto e sta facendo. Sui singoli temi e le singole iniziative vi invierò dei messaggi più dettagliati in seguito.


Il Cui ha innanzitutto richiesto un incontro al Consorzio Universitario Ibleo affinchè venga chiarita la situazione finanziaria delle singole facoltà nonchè i rischi in ordine alla loro chiusura. Tante voci sono circolate in quest'ultimo periodo, specie in riferimento a Giurisprudenza e Medicina, e quindi riteniamo di dover fugare tutti i dubbi rivolgendoci direttamente al soggetto istituzionale deputato alla salvaguardia ed alla crescita dell' università iblea. Se la nostra richiesta sarà accettata dal Consorzio vi farò sapere l'esito di questo importante incontro.


Per quanto riguarda la facoltà di Giurisprudenza, stiamo lavorando in stretta sinergia con il consigliere di facoltà Marco Cuttone. Entro il mese di marzo si terrà un'assemblea alla quale parteciperà Marco e probabilmente un rappresentante del Consorzio,del Senato Accademico e dell'Amministrazione. L'incontro sarà utile sia per affrontare il tema del rischio di chiusura del primo anno e sia per illustrare ciò che è stato fatto e ciò che si intende fare: penso ad esempio all'importante rimodulazione degli appelli della nostra facoltà, ampiamente illustrata sul nostro sito www.circolouniversitario.blogspot.com .


Il nostro consigliere della facoltà di Lingue, Paolo Pavia, ha organizzato diverse assemblee affrontando diverse tematiche, quali i problemi economici della facoltà, la paventata chiusura della biblioteca Zipelli,ecc.


Il Cui si impegna fin da ora ad intraprendere una dura battaglia qualora ravvisasse l'effettiva volontà di chiusura delle sedi decentrata di giurisprudenza medicina, senza far venire meno il suo impegno affinchè si giunga ad una riapertura effettiva delle facoltà di scienze politiche ed economia.Un saluto a tutti voi,a presto!

giovedì 22 gennaio 2009

Sit-in domenica 1 febbraio per le infrastrutture in Provincia di Ragusa



E' di questa mattina la notizia che sulla S.Croce-Vittoria sono morte 3 persone. Solo qualche settimana fa, l'altro incidente mortale sulla Ragusa-Catania.

Non possiamo più tollerare questa sequela di morte. Non possiamo nemmeno accettare che la nostra provincia sia sempre tra le ultime per servizi e infrastrutture.

Il nostro sviluppo e la nostra sicurezza dipendono dagli investimenti e dagli interventi del Governo.Il Governo Berlusconi ha tagliato i fondi che il precedente Governo Prodi aveva stanziato per il mezzogiorno e lo ha fatto per coprire l'abolizione dell'ICI.

Per questo motivo, i Giovani Democratici iblei e il PD hanno organizzato per Domenica 1 Febbraio un Sit-in di protesta all'area di servizio di Coffa (dopo Ragusa), sulla SS.514 (Ragusa-Catania). Per sollevare la questione infrastrutture in provincia e per chiedere un intervento immediato al governo nazionale che ha tagliato i fondi in Sicilia.

E' importante esserci e fare sentire la nostra voce. Meno morti, più sviluppo!

domenica 18 gennaio 2009

Una bella giornata...



CALTAGIRONE - Giustizia, federalismo, liti nel Pd e crisi economica. E' ampio il giro d'orizzonte che il segretario del Pd Walter Veltroni, a Caltagirone per un incontro su don Luigi Sturzo ("bisogna ripartire dal suo insegnamento"), compie con i giornalisti. Un ragionamento che si conclude con un nuovo attacco a Silvio Berlusconi: "In questo paese non abbiamo un premier, ma un uomo che da 15 anni è in campagna elettorale. Ieri ha raccontato una barzelletta sui lager nazisti... questo è un comportamento grottesco e volgare. Berlusconi vuole spezzettare il paese".


Giustizia. "Sulla giustizia Berlusconi non vuole sorprese? Immagino...". Veltroni torna così su una delle questioni più delicate del panorama politico italiano. "Io sto sulla posizione di Fini - spiega il segretario del Pd - è sulla quella base che si possono creare le condizioni di un dialogo in Parlamento. Se invece il governo intende seguire la linea suggerita da Berlusconi, si troverà in una condizione di scontro. Il presidente Fini ha indicato una strada e noi la guardiamo e la seguiamo".


La proposta di Fini. Veltroni torna così ad apprezzare la proposta che il presidente della Camera aveva affidato alle colonne del Corriere della Sera. Sei punti per attuare la riforma della giustizia, dal Csm alla velocizzazione dei processi, mantenendo l'obbligatorietà della pena e indicando le priorità di reati da perseguire solo per periodi limitati. Dicendo no ad una separazione delle carriere a discapito dell'autonomia del pm e sì alle intercettazioni anche per i reati di corruzione ma no alle gogne mediatiche.


Crisi economica. "Anche con gli otto miliardi annunciati dal ministro Tremonti per rimpinguare le casse degli ammortizzatori sociali siamo di fronte a un piano del tutto insufficiente, anche se qualche segno arriva". Veltroni commenta così le anticipazioni di nuovi fondi per gli ammortizzatori sociali. "Da mesi noi diciamo che il piano è del tutto insufficiente - spiega - se non si fossero buttati i soldi che si sono buttati per Alitalia e per l'Ici, noi oggi potremmo disporre di altre risorse. Quello che serve è un grande piano non episodico ma un grande progetto di sostegno ai redditi di tutela dei precari che perdono il lavoro, e di sostegno alla piccola e media impresa, a cominciare dal fatto che la pubblica amministrazione paghi i debiti che ha nei confronti della piccola e media impresa".


"Pd, basta liti". "E' ora di finirla con i litigi". Il segretario del Pd lancia di nuovo l'appello alla distensione al suo partito. Troppe accuse incrociate, troppe fazioni pronte a combattersi in una guerra fratricida. E il futuro si chiama elezioni europee con il rischio di un risultato ben al di sotto delle aspettative. "Il Pd è un partito nato da un anno - dice Veltroni - deve continuare a sviluppare se stesso e, cosa più importante, deve evitare polemiche tra i gruppi dirigenti con un Paese attraversato dalla crisi. Una situazione drammatica che sembra non interessare a chi governa".


"Sacconi dia spiegazioni". "Non è possibile che un ministro dica a un ospedale 'se fate questo, noi vi facciamo delle ritorsioni di carattere amministrativo'. In un paese democratico non esiste". Veltroni attacca duramente il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, per le parole che avrebbero indotto la clinica di Udine a non accogliere più Eluana Englaro. E che gli sono costate una denuncia per violenza privata. "Se è vero che Sacconi ha esercitato una pressione nei confronti di una Regione, minacciando interventi di carattere amministrativo a fronte di una decisione che doveva essere presa da istituti ospedalieri, si tratterebbe davvero di una cosa molto grave - continua Veltroni - di questo deve dare spiegazioni al paese".


Federalismo. "Era nato con l'obiettivo di dare un colpo al Mezzogiorno". Veltroni bolla così i primi passi della riforma dello Stato tanto cara alla Lega. Ma oggi, assicura il segretario del Pd, le cose sono migliorate: "Siamo stati protagonisti per riequilibrare questo testo. Ma ci sono ancora molte cose che devono essere cambiate. Soprattutto il governo non ha ancora detto una parola sulla disponibilità finanziaria. Per adesso è una misura senza risorse, più politica che reale".

martedì 13 gennaio 2009

Manto stradale colabrodo

Manti stradali al dissesto nella città di Pozzallo. Dopo le ripetute denunce da parte dei residenti della zona della strada «Litoranea», versante nord della città, riguardanti le cattive condizioni del manto stradale e il mancato intervento degli uffici preposti per porre rimedio a questa difficile situazione, ora esplode la protesta anche di chi abita appena fuori la città di Pozzallo ed, in particolar modo, dai residenti del quartiere Palamentano. I cittadini del posto, infatti, si trovano spesso a fare i conti con un manto stradale che, durante i mesi invernali, viene invaso dal fango e dai rami che si staccano dalle piante e dagli alberi limitrofi alla strada e devono personalmente occuparsi di pulirla.Inoltre, la mancanza di griglie per il deflusso dell’acqua piovana fa sì che basti una sola giornata di pioggia intensa perché la sede stradale sia completamente allagata. Come, per esempio, in questi giorni di pioggia battente dove si è assistito, di frequente, al fenomeno dell’acquaplaning da parte di qualche automobilista, col serio rischio di finire anche fuori strada. Più volte i residenti hanno presentato agli uffici tecnici richieste di intervento perché vengano compiuti i lavori di rifacimento della strada, senza mai essere ascoltati."Non siamo cittadini di serie «B» – dichiara un residente del posto – e chiediamo che l’amministrazione intervenga per risolvere i danni causati dall’acqua piovana. Nei giorni scorsi, un cittadino ha dovuto raccogliere l’acqua che si era depositata all’interno di un garage. Chiediamo che qualcuno si muova". In sostanza, i residenti del Palamentano chiedono una attenzione maggiore per i problemi che più volte sono stati segnalati e che necessariamente andrebbero risolti.

da corrierediragusa.it




lunedì 5 gennaio 2009

Riccardo Minardo salva le Province in Sicilia

Sicilia, muro di Lombardo e Pdl, Province «salvate» dall’abolizione.Costano 890 milioni, basterebbe un tratto di penna. Ma vota sì solo il Pd

«Articolo 15: Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell’ambito della Regione siciliana». «Oooh, finalmente un bel regalo di Natale!», direte voi. Macché: quelle parole erano nello Statuto di autonomia del 1946. Mai applicato. Anzi: l’abolizione (vera, stavolta) delle province siciliane è stata appena, e di nuovo, bocciata. Non si toccano. Che i consiglieri provinciali nell’isola si prendano sul serio è notorio. Qualche anno fa il presidente catanese Nello Musumeci, che militava allora in An e aveva stipulato una polizza con la Reale Mutua Assicurazioni per coprire se stesso e i colleghi di giunta da eventuali condanne della Corte dei Conti, arrivò a presentare una delibera stupefacente. Delibera che, sulla base di certi studi storici secondo i quali «tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, i rappresentanti della Provincia costituivano l’Onorevole consiglio», riconosceva ai membri dell’assemblea il titolo di «onorevoli». Al punto che, votata a stragrande maggioranza la decisione con soli sei voti contrari della sinistra, il presidente del consiglio, Santo Pulvirenti, chiuse la seduta salutando tutti come «onorevoli colleghi». Eppure, come dicevamo, le province siciliane più ancora delle altre non dovrebbero neppure esistere. Nello Statuto che il 15 maggio 1946 riconosceva l’autonomia della Regione, il già citato articolo 15 non lasciava dubbi: abolizione. E ribadiva, se mai qualcuno fosse duro d’orecchio, che «l’ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali». Tutto chiaro? Macché: restarono provvisoriamente in vita come amministrazioni straordinarie per un anno, due anni, tre anni, quattro anni… E poi ancora cinque e sei e sette… E poi ancora otto e nove e dieci… Finché nel 1986, dopo quarant’anni di proroghe, l’assemblea regionale decise infine di smetterla con quella ipocrisia. E le province provvisorie furono ribattezzate: d’ora in avanti si sarebbero chiamate Province Regionali. Cosa fanno? Boh… Distribuiscono incarichi e prebende, dirà qualcuno. Ultimo esempio, quello denunciato da «Il Dito», un settimanale online di Catania vicino a Enzo Bianco, che ha scoperto come Raffaele Lombardo, allora potentissimo presidente della provincia etnea, abbia passato il Natale dell’anno scorso firmando decine e decine di «nomine o proroghe di dirigenti, collaboratori esterni, consulenze varie»: 57 in due giorni. Uno sforzo pesante per il polso, ma utile elettoralmente, visto che il fondatore dell’Mpa stava per candidarsi alla presidenza regionale al posto di Cuffaro. Una chicca tra le tante: l’assegnazione nel 2006 a uno studio legale di un incarico per «l’assistenza tecnico-legale al programma di cooperazione Bulgaria-Romania, uno studio finalizzato alla promozione delle imprese catanesi in quelle nazioni e all’avvio di uno stand informativo presso la Provincia».

Quanto costino nella sola Sicilia questi enti, che già il sindaco di Milano Emilio Caldara considerava un secolo fa «buoni solo per i manicomi e per le strade» ma che incassano un mucchio di denaro grazie soprattutto alle addizionali sull’energia elettrica e la Rc auto, lo dice un rapporto Istat sui bilanci 2006: 890 milioni di euro. Dei quali 237 spesi per stipendiare tutto il personale. E addirittura 228 (nel solo 2006!) per comperare beni immobili. Tema: che senso ha che un ente da decenni additato come inutile e da sopprimere faccia shopping immobiliare comprando sempre nuovi palazzi, nuovi uffici, nuove sedi distaccate? Quanto agli amministratori, il Sole 24 ore ha fatto i conti: di sole indennità (cioè la voce-base, alla quale vanno sommati i rimborsi, le diarie e altre voci che nel caso dei parlamentari nazionali o regionali fanno schizzare all’insù le entrate reali nette) i 315 consiglieri provinciali costano otto milioni e 300 mila euro. Una esagerazione. Che qua e là, scrive Nino Amadore, si fa ancora più eclatante: 98.089 di spesa di indennità ogni centomila abitanti a Palermo, 389.705 a Enna. E meno male che alle 9 province già esistenti (una ogni mezzo milione di abitanti, con un massimo di un milione e 235 mila nel caso di Palermo e un minimo di 177mila di Enna) non sono state (ancora) aggiunte le altre tre di cui si parla da anni: Caltagirone, Gela e Monti Nebrodi. Altrimenti le spese sarebbero ancora più vistose.

Fatto sta che qualche giorno fa il presidente della commissione antimafia in Regione, il democratico Lillo Speziale, ha pensato che forse era arrivato il momento per tentare uno strappo. Prima l’insofferenza dei cittadini per i costi esorbitanti della politica nata dalle denunce del Corriere della Sera, poi la campagna di Libero benedetta da un diluvio di firme di lettori e dal consenso di autorevoli esponenti di diverse appartenenze politiche… Come dubitare del successo di un blitz siciliano se l’unico partito che si è ufficialmente schierato contro l’abolizione delle province è la Lega che nell’isola ha uno spicchio di successo piuttosto eccentrico nella sola Lampedusa? Non bastasse, come ricorda il leader storico dei Difensori Civici Lino Buscemi (che minaccia di raccogliere le firme per un referendum abrogativo) l’abolizione delle province in Sicilia potrebbe essere fatta in un giorno. A differenza che a Roma infatti, a Palermo non servirebbe una modifica istituzionale: «Basterebbe un tratto di penna». E questo diceva infatti la proposta portata giorni fa in commissione Affari Istituzionali da Lillo Speziale. Articolo 1: «Le province regionali sono soppresse». Articolo 2: le loro funzioni sono «trasferite ai liberi consorzi di comuni istituiti a norma dell’art. 15, comma 2, dello Statuto della Regione. Nelle more di tale istituzione, esse sono trasferite ai comuni, ricompresi nella soppressa provincia, che le eserciteranno in forma singola o associata». Articolo 3: i dipendenti passano «nei ruoli dell’amministrazione dei comuni, in una qualifica corrispondente a quella di provenienza». Articolo 4: «I beni, mobili ed immobili, di proprietà delle province sono trasferiti nella proprietà dei comuni». E così via. Su tredici membri della commissione, i presenti erano otto. I quattro democratici hanno votato per l’abolizione e chi rappresentava l’Udc di Pier Ferdinando Casini (favorevole alla soppressione) non era presente. Gli altri, a partire dal presidente, il lombardiano Riccardo Minardo (il cui voto valeva doppio ed è stato determinante) hanno votato contro. Compresi i rappresentanti del Pdl. A dispetto delle promesse di Silvio Berlusconi e di quelle di Gianfranco Fini. Parole, parole, parole…

domenica 4 gennaio 2009

Tesseramento

Cari amici,
Siamo consapevoli che stiamo vivendo un momento difficile. La crisi economica mondiale colpisce inesorabilmente anche il nostro Paese e purtroppo, invece di prendere provvedimenti a sostegno delle famiglie, dei precari, dei giovani e dei pensionati dobbiamo tristemente assistere ad una politica lontana e sempre più distante dai cittadini.
Ma sappiamo anche che tutti noi abbiamo il desiderio di cambiare le cose, contribuendo con le nostre idee a riformare il nostro sistema-paese.
Il Partito Democratico è l'unica vera alternativa al populismo dilagante, ma è giunto il momento in cui non possiamo più delegare ad altri la scelta della direzione da intraprendere.
Le nuove generazioni hanno il dovere morale di partecipare alla vita politica del Paese, perchè le scelta prese oggi da chi ci governa incideranno pesantemente nel nostro futuro.
Partecipa attivamente a questo progetto.
Aderisci al PD!La campagna per il tesseramento è prorogata fino al 31 gennaio 2009.
Per info non esitare a contattarci via e-mail o telefono.Siamo pronti a ripartire, insieme.